lunedì 2 maggio 2011

Altro anno lontano dall'Africa

Snort.

Non saprei come altro iniziare. Tra 48 ore i miei "Amici" partono per il Mozambico e io relegato alla penisola italica anche quest'anno.
Ovviamente gli sfottò degli "amici" non si contano, pare di essere tornato alle elementari, ma fa parte del gioco.
Semi di sorriso cresce, ciò è bello o forse no, ma non è importante, è così quindi inutile stare a perderci troppo tempo. I progetti aumentano così come le complessità. Stupendo vedere che anche quest'anno abbiamo raggiunto la copertura finanziaria totale per ogni progetto in cantiere e che le spese di struttura rimangono sotto 1 %.

Nonho dubbi che riceverò aggiornamenti costanti via mail, ricchi di foto e di descrizioni bucoliche dei paesaggi, i miei "Amici" non si priveranno di tale piacere. Se ci sarà qualcosa d'interessante, vi renderò partecipi.

giovedì 25 marzo 2010

Pubblicità in progresso


Potrei scrivere molto di questa rivista, di Luca, del giro fatto a dicembre da alcuni di noi, del progetto di tutela del parco delle quirimbas, di un fotografo fantastico, di una biologa straordinaria.
Potrei.
Ma qualcuno più bravo di me ha già fatto tutto questo e l'ha pubblicato.
E allora perché doppiare il tutto?

Buona lettura e non solo l'articolo sul Mozambico è interessante.

domenica 12 luglio 2009

Latito

E' vero, è innegabile.
Sto trascurando il blog. E un blog non aggiornato non è un granché.

Pazienza, a mia giustificazione posso dire che preferisco dedicarmi a questo spazio quando ne ho veramente voglia. Oggi ne ho.

Questa settimana ci ha visto impegnati su vari fronti, non ultimo la riunione di fine tour.
Si tirano un po' le somme e si confronta con l'anno precedente, si decidono che operazioni continuare, quali chiudere e l'impostazione che si vuole dare all'associazione.

Le cose crescono. Anche Semi di Sorriso. Da un lato mi dispiace, non tanto per un fattore egoistico, ma perché acquisendo una dimensione maggiore, alcuni progetti, i più impegnativi, vengono un po' spersonalizzati. D'altra parte, a progetto grosso spesso servono grandi risorse ed è impensabile che una persona si faccia carico di compiti troppo onerosi.

Io mi sono ritagliato un piccolo progetto (in realtà 2 ma ad uno la controparte Mozambicana si è volatilizzata, se torna, vedremo) di base naturalistica ma che comporta la formazione di nuovi guardiaparco (formazione e lavoro) per un progetto di anagrafe delle specie presenti nel parco delle quirimbas.
Una maggior coscienza del loro patrimonio forse fermerà il massacro e magari permetterà ad un turismo più sensibile a questi valori di apprezzare la regione e portare un po' di ricchezza nelle tasche della popolazione (turismo responsabile)

Buffo. Da piccolo volevo fare il ranger, oggi aiuto dei ranger a formarsi. Mi viene in mente Pausch e la sua lezione "realizzare i sogni dell'infanzia". In effetti oggi mi sento meglio :-)

lunedì 15 giugno 2009

Parco delle Quirimbas 2



Ho scritto un lungo post sul giro che abbiamo fatto e l'ho cancellato. Non è coerente col blog.
Il parco invece sì.

Il giro che abbiamo fatto ha mostrato potenzialità enormi dal punto di vista turistico e ambientale.
Venticinque anni di guerra sono stati orribili ma, in compenso, hanno tenuto lontano uno sfruttamento intensivo dei territori.
Intendiamoci, lungo la costa la foresta è nuova, gli alberi hanno più o meno una ventina d'anni, segno che lo sfruttamento agricolo, basato sul brucia, coltiva, abbandona è passato anche da lì, ma laforesta si riprende anche i terreni impoveriti, se la si lascia lavorare.
Gli animali ci sono, leopardi, elefanti, iene e leoni hanno contatti con la popolazione, non sempre positivi, scatenando un bracconaggio che minaccia seriamente la loro sopravvivenza.
Solo alcuni operatori, i più avveduti, stanno coinvolgendo i locali nella salvaguardia della fauna. Ci vorranno anni per creare i parchi modello sudafricano, che con il loro flusso di turisti, porterà a pioggia un po' di ricchezza ai locali, e sperare che questi attendano in attesa di una ricchezza futura è illusione. La manciata di dollari che le zanne e le pelli, vendute nonostante i divieti internazionali ai trafficanti asiatici, è fonte di sussistenza immediata e, come già detto, l'africano mediamente ha un orizzonte temporale limitato.
Coinvolgerli nella salvaguardia e pagarli per questo è l'unica alternativa di successo da proporgli.

E funziona molto bene. Quelli che vedete su sono una minima parte dei lacci usati dsai bracconieri sequestrati nell'ultimo anno in una piccola parte del parco presidiata da un sudafricano che ha assoldato un esercito di quaranta ex bracconieri per tenere aperte 100 km di strade (provate voi in una foresta tropicale :-) ) e per ripulire la foresta dalle trappole.
Sembra impossibile ma qualcosa si muove e ciò è bello.

domenica 14 giugno 2009

Parco delle Quirimbas 1

Avendo concluso in tempo record gli appuntamenti, ci siamo regalati un giro un po' fuori dagli schemi.
In particolare grazie a Luca, Biologo, il lato scientifico dell'associazione, abbiamo visitato alcuni posti all'interno del parco delle Quirimbas.
Le Quirimbas sono delle isole spettacolari di cui ho già parlato e di cui parlerò ancora. Se avete in mente paesaggi "la mia Africa" style andateci prima che sia troppo tardi. Non so che impatto avrà il turismo su di loro, ma ora sono quasi intonse, se evitate le principali.
Sono delle isole, dicevo, ma in realtà, il parco che le comprende si estende all'interno sulla terraferma. In questo modo si tutelano, o meglio si dovrebbero tutelare, ecosistemi diversi ed integrati tra loro.
Luca è specializzato in ornitologia e conduce uno studio molto particolare sulle popolazioni del cielo africano. Mi piacerebbe che ne parlasse lui in un post.
Il problema è che non è un ricercatore da salotto, nel bush si trasforma e ritorna cacciatore, raccoglitore. Zanzare, sanguisughe, tafani, caldo, freddo non lo toccano. A me sì :-)
Però, a parte quello, grazie a lui ho visto posti che mai mi sarei sognato di vedere e un Mozambico celato al turista.
Dimenticate i safari preconfezionati sudafricani, qua gli animali devi sudare per vederli, ammesso e non concesso che li trovi. In cambio però vedi quello che vide il dr. Livingstone ai tempi che furono: una terra meravigliosamente primitiva, con odori, colori e spazi che per noi europei sono ormai preistoria.

mercoledì 27 maggio 2009

Riflessioni

Sono rientrato.

Mi sono preso qualche giorno prima di postare qualcosa, più che altro per metabolizzare il tutto.

Francamente quest'anno è stato un viaggio un po' diverso.
Per la prima volta ho passato più tempo a girare fuori dalla città che a dedicarmi alle attività dell'associazione. In parte perché il Mozambico è un paese di una bellezza struggente e in parte perché le cose che avevo da fare si sono risolte con precisione svizzera.
Per la prima volta, preso un appuntamento, non sono intervenuti fattori di disturbo. Tutto si è svolto nei tempi e nei modi convenuti. La cosa mi lascia basito: sta a vedere che qualcosa cambia.

E in effetti qualcosa è cambiato. Per esempio ci sono macchine dappertutto. L'anno scorso erano una rarità, oggi no.
Tutti girano col cellulare. L'anno scorso era uno status che pochi avevano. Manca ancora una copertura adeguata per il numero di utenti, ma ci sarà (provate a telefonare tra le 17 e le 22. Impossibile, rete occupata)
Infine, è arrivato il wifi, la banda è ridottissima ma c'è. L'anno prossimo probabilmente sarà a regime e magari riuscirò a mantener fede all'idea iniziale di postare quotidianamente il diario di bordo dei viaggi. Questa volta era impossibile :-)
Un boost incredibile. Cosa porterà non so, ma cambiando l'IN è probabile che cambi l'OUT.

Mi lasciano perplesso due cose: primo, il salario medio non è cresciuto in modo significativo. Come fanno a pagare un cellulare con due mesi di stipendio e a vivere ancora non è chiaro. Secondo, è arrivata la droga pesante in città. Entrambe le cose non fanno presagire niente di buono.
Ora sono le 4 del mattino, a Pemba questa era l'ora del risveglio, qua spero di riuscire a dormire. Dal prossimo post, un po' di dettagli.

venerdì 8 maggio 2009

In avvicinamento

Qatar, 6 del mattino.

La luce è incredibile e ciò è bello. In compenso i miei 115 kg non hanno trovato una sistemazione confortevole su dei sedili pensati per gente con la metà della mia stazza. E ciò non è bello per niente. Altra cosa, meno bella, è che in tutti i paesi del golfo che ho visitato, la tendenza è di contrastare la temperatura desertica esterna con un'aria condizionata importata direttamente dal polo nord. I pinguini qua accenderebbero un fuoco per scaldarsi. La schiena ringrazia sentitamente.

Tra due ore si parte per Nairobi e da lì Pemba. Contando sul fatto che là c'è solo un'ora per il transfert, ho riempito il bagaglio a mano fino a scoppiare, probabilmente saranno i miei soli vestiti per i prossimi 3 giorni ma in Africa il look perde la sua importanza :-).
Non sono proprio sicuro di riuscire a fare un aggiornamento in tempi brevi, ma vedremo.

Non ci crederete ma qua in Quatar sono impazziti per l'influenza suina, vanno tutti in giro con le mascherine (forse è l'idea di ammalarsi di una malattia portata da un animale impuro a terrorizzarli).

Non vedo l'ora di scendere sotto l'equatore :-) Franz mi ha illustrato il programma della prossima settimana. Se è come dice lui sarà un percorso di guerra :-) dato che l'idea è di fare una perlustrazione del parco delle Quirimbas che se è vero che turisticamente sono bellissime, girarle fuori dalle strutture canoniche è un po' più impegnativo e al rientro su Pemba inizierà una danza concentrata di appuntamenti. Vedremo, ora la priorità è srotolare la schiena